TOWER “La memoria di una metropoli per non dimenticare”
Stefano Boato
“Tower” è una città verticale, una torre di babele, una metropoli che sale al cielo. E’ un accumulo ordinato e sterminato di edifici, contenitori anonimi dove nel brulicare del presente, rivolto solo al futuro, confina all’oblio esperienze e vissuto di un uomo che ha perso la memoria e con essa i suoi ritmi vitali. Ma le sofferenze ed i sacrifici, ferite di guerre vissute, non possono essere dimenticati perché presto altrimenti rivissuti in una catena senza fine. Vivere esuli dal ricordo consapevole del sacrificio altrui che ci ha permesso questa vita è solo un sopravvivere, un andare senza meta. “Tower” diventa la verticalizzazione di "Metropolis" l’espansione di menti dove la memoria artificiale diventa monito a guardare indietro per poter andare avanti rimettendo l'uomo al centro della vita.“Tower” è un totem realizzato mediante assemblaggio di 68 elementi, hard disk usati, ricavati da computer dismessi e saldamente fissati ad una struttura in acciaio inox alta 250 cm. Si genera così una città verticale infinita ed allo stesso tempo indefinita. Acciaio e vernice bianca fanno calare il silenzio sul brulicare umano e nel silenzio i ricordi riaffiorano, la mente si libera e può guardare indietro per poi andare avanti. “Tower” è realizzata in parte con materiali di riciclo perché “… tutto può avere un’altra possibilità ...” e perché “ ... in questa macchina che tutto macina e poi divora qualche cosa si salva e poi … vive ancora ...”. “Tower” è anche un omaggio al regista austriaco Fritz Lang che con "Metropolis" nel 1927 aveva aperto una finestra sul nostro futuro.